Branca della medicina che si occupa dello sviluppo fisiologico e della cura delle malattie dei soggetti in età evolutiva. La pediatria non si occupa di un solo organo o sistema ma di un intero soggetto caratterizzato da continua mutabilità, e questo fatto la rende particolare: è come se il bambino fosse una serie di individui distinti che attraversano l’epoca neonatale, l’infanzia e l’adolescenza, interagendo con l’ambiente in modo diverso. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha affermato che l’assistenza ai soggetti in età evolutiva è distinta da quella dell’adulto e richiede un approccio specialistico. L’Italia dispone di un servizio pubblico, a libero accesso, per l’assistenza sanitaria specialistica pediatrica, organizzato in centri ospedalieri e ambulatori convenzionati per le cure primarie sul territorio. Nel corso del 20° sec. nascono infatti la neonatologia, la perinatologia e l’adolescentologia. Il riconoscimento dei diritti del bambino come persona (Carta dei diritti del bambino, New York, 1989) e le migliori conoscenze delle sue competenze neurosensoriali, anche nel pretermine, portano alla nascita della bioetica dell’infanzia. L’adolescentologia comincia a occuparsi, oltre che delle patologie organiche caratteristiche di questa età e dei traumi da incidenti, anche della prevenzione dei rischi ambientali deliberatamente cercati (fumo di sigaretta, uso di alcol e droghe). Si inizia a parlare di etnopediatria, intesa come disciplina che cura i bambini di culture diverse, con un approccio che tiene conto delle relative peculiarità biomediche. Si allarga il campo della prevenzione delle malattie genetiche e metaboliche: dalla terapia enzimatica alla genomica e alla proteomica. La migliore qualità delle cure ha portato a un aumento della sopravvivenza anche dei bambini affetti da malattie croniche (fibrosi cistica, diabete, ecc.).